CITAZIONE (saucel @ 24/8/2020, 09:25)
CITAZIONE (mike 4x4 @ 24/8/2020, 08:33)
In caso di resistenza di valore infinito (cavo marrone scollegato sul regolatore), accelerando il voltaggio sale a 18, 19, 20 volts e oltre. Quindi non saprei con certezza fino a quanti volts erogherebbe perchè mi sono fermato prima per evitare danni.
Anche perchè il regolatore "cortocircuita" nell'utilizzo normale, mentre staccando il cavo marrone "non cortocircuita" e fa passare tutto quello di cui dispone.
…azz, sta cosa però fa spaventare perché basta l’interruzione e fottiamo sicuramente la batteria e chissà cos’altro. Allora, forse, sono meglio i regolatori con il monitoraggio interno.
Certo: se si interrompesse il filo marrone che va al regolatore, questo impazzirebbe erogando un voltaggio molto più elevato dei 14,4 volts (che dovrebbe essere il riferimento per i moderni sistemi di ricarica).
Tuttavia, anche i regolatori con "sensore" interno spesso si rompono.
Alcuni si rompono prima, altri dopo, altri ancora .... non sappiamo perchè nel frattempo vendiamo la moto o la abbiamo comprata usata e non sappiamo nulla del suo passato.
Le rotture comunque dipendono da diversi fattori (dimensionamento, raffreddamento, ecc.).
CITAZIONE (saucel @ 26/8/2020, 19:32)
Il regolatore butta fuori quello che può verso utenze e batteria.
Il principio è un po' diverso: il regolatore (se di tipo "shunt" come i nostri, ma anche i MOS-FET), una volta soddisfatta la richiesta di energia delle utenze e della batteria, mette a massa dissipando in calore tutto ciò che è in eccesso, perchè inutile.
Discorso a parte per i "series" che, quando l'impianto elettrico e la batteria non richiedono più energia, aprono un interruttore e non fanno passare più elettricità. I vantaggi in questo caso sono molteplici: l'alternatore non lavora perennemente in corto circuito, il regolatore non scalda perchè non deve dissipare verso massa e quindi in calore l'energia in eccesso, il motore guadagna circa mezzo cavallo a seconda della potenza assorbita dell'alternatore.
CITAZIONE (saucel @ 26/8/2020, 19:32)
Se non ricordo male, quando ho fatto le mie verifiche, già al minimo rilevavo una tensione interessante (intorno ai 14 V) in uscita al RR (e sulla batteria per me che sono pigro), ma nell’impianto abbiamo bisogno anche di adeguata corrente che ci verrà fornita sopra determinati RPM
Si, questo è vero se hai i componenti originali nell'impianto di ricarica. Ma sappiamo perfettamente che con volano e/o statore aftrmarket il voltaggio rilevato al minimo è quello della batteria, mentre accelerando un pochino il voltaggio si stabilizza intorno ai 14 volts. Da ciò, al minimo l'impianto non ricarica la batteria, anzi la scarica, perchè la corrente è così scarsa da far calare la tensione al di sotto del voltaggio della batteria.
CITAZIONE (saucel @ 26/8/2020, 19:32)
A parte eccezioni (batteria bella carica e congruo RPM) leggeremo sempre una differenza di tensione sul cavo bianco (o batteria) in uscita dal RR e sul marrone delle utenze, che in alcuni casi potrebbe essere anche notevole.
In qualsiasi condizione, la differenza di tensione sui fili bianco e marrone è inferiore ad 1 volt: anzi, difficilmente supera il mezzo volt di differenza. Questo leggero calo di tensione potrebbe essere attribuibile alla lunghezza dei cavi, non particolarmente "corposi", ed alla presenza di diversi spinotti e connettori che, messi insieme, causano una naturale "resistenza" sul filo marrone.
E poi, a noi non interessa il valore assoluto (quindi il voltmetro installato potrebbe anche non essere preciso) ma dobbiamo tenere d'occhio una eccessiva variazione della tensione indicata normalmente dallo strumento: se la tensione aumenta o diminuisce di molto dai valori normalmente indicati deve suonare un campanello d'allarme.
CITAZIONE (saucel @ 26/8/2020, 19:32)
... gli ultimi arrivati “Serie” (tecnicamente migliori, ma bisogna vedere se possono essere installati anche su sistemi di vecchia concezione) ...
Si può e ne trarrebbero giovamento diverse componenti: lo statore che non lavorerebbe più in corto circuito, il regolatore che non scalderebbe perchè non deve mettere a massa l'energia prodotta in eccesso dall'alternatore, il cablaggio elettrico e relativi spinotti compresi tra alternatore e regolatore che non saranno attraversati "continuamente" da 17 ampere ma solo dalla corrente indispensabile al momento.
Anche il consumo di carburante potrebbe essere influenzato positivamente: un alternatore in corto richiede una maggiore potenza al motore che lo trascina. Provate a staccare la spina del regolatore mentre il motore è al minimo: è evidente un sensibile aumento del regime di rotazione.
Per quanto possa essere trascurabile, non dimentichiamo che una seppur minima diminuzione del consumo di carburante, giova all'ambiente.
In conclusione, gli impianti elettrici ben progettati (che siano di auto o moto o barche o camper, ecc.) prevedono che, pur con tutte le utenze "originali" (quindi previste dal costruttore anche come optional) attivate rimanga sempre qualcosa per la carica della batteria (con il motore a regime). Se noi ci aggiungiamo faretti alogeni, manopole riscaldate o altre utenze elettriche non espressamente previste dal costruttore (nel caso di auto, barche e camper: frigoriferi, pompe, audio stereo con subwoofer, verricelli, ecc.) appare evidente che l'alternatore non eroga corrente sufficiente a soddisfare le varie utenze.
Qui interviene la batteria a soddisfare la voracità di questi accessori. In questi casi, a meno di non avere una batteria dedicata, è conveniente tenere sempre in moto il motore per evitare che la batteria standard si scarichi e non riesca ad avviarlo.
Ad esempio, su una delle mie auto (Mercedes "C" di qualche anno fa) il costruttore, in presenza di svariate utenze elettriche da esso stesso previste, pur in presenza di una normale batteria da 80Ah, ha montato un alternatore da 190 ampere raffreddato ad acqua. Evidentemente ha previsto un assorbimento di corrente tanto elevato e non desidera che la batteria, in casi estremi, possa scaricarsi per questo motivo.
Ma forse ora sto andando OT: l'oggetto di questa discussione è la possibilità offerta da alcuni regolatori, in presenza di leggere perdite di tensione dovute alla lunghezza dei cavi e/o alla presenza di diversi spinotti e connettori, di poter aumentare la tensione in uscita al fine di riportarla negli standard previsti dal costruttore.
E' probabile che non a molti possa interessare una disquisizione prettamente tecnica che vada ad ingenerare più dubbi che certezze.